Visto che il mio blog si è avviato proprio a partire dalla psicosomatica, mia grande passione, motivo per il quale oggi faccio quello che faccio, mi sembrava un tradimento non dedicarle più la mia attenzione e alcune righe. E allora rieccomi ad approfondire una manifestazione fisica, e visto l’arrivo della primavera, mi diletterò a parlare di peso e cellulite.
La premessa fondamentale che ci tengo sempre a sottolineare è che per interpretare il sintomo ci si può attenere a linee generali, perchè la nostra parte profonda parla il linguaggio dell’inconscio collettivo e biologico, ma parla anche un linguaggio personale e specifico di ogni singola persona. Quelle che scrivo qui, sono, quindi, indicazioni molto ampie, l’aumento di peso presenta già di per sè molte tonalità conflittuali (motivo per il quale ho deciso di suddividere l’articolo in una prima e seconda parte) sta, quindi alla singola persona sentire se e quello che risuona maggiormente.
Cominciamo a capire la funzione che riveste il tessuto adiposo, il quale si presenta come un organo endocrino con funzione di cuscinetto protettivo e termoisolante e funzione di riserva. Questo determina già una prima tonalità conflittuale che può manifestarsi a livello genealogico, con il trascinarsi di memorie di mancanza di cibo, vissuti di fame cristallizzati nelle generazioni. Nella genealogia si è vissuta una carenza di cibo e inconsapevolmente i discendenti si portano appresso l’esigenza di accumulare peso, nonchè risorse di sostentamento.
Se ci spostiamo dalla biologia all’etologia, vediamo come gli animali si gonfino in modo da impressionare l’avversario, quindi in questo senso un aumento di peso potrebbe anche suggerirci un bisogno di imporci nella vita. Il non venire ascoltati, il non essere visti, l’essere ignorati porta il corpo ad accumulare massa per assumere una figura piu evidente. Allo stesso modo l’aumento di peso può venire a costituirsi come una modalità difensiva di protezione contro le aggressioni fisiche o emotive. In particolare la cellulite, seguendo questa linea avrebbe la funzione di anestetizzare certe zone contro i dolori della vita per impedire di essere nuovamente feriti.
Termino questa prima parte con un conflitto collegato al peso, ma che va decisamente oltre questa tematica che è il “conflitto del profugo”. Si manifesta come un conflitto di abbandono profondo e perdita di punti di riferimento: è il famoso "sentirsi un pesce fuor d'acqua". Carattestico è, in questo caso, l’aumento della ritenzione idrica, il cui senso biologico è di trattenere la forma primaria di energia e di vita; trattenere l'urea che, ricombinata e rimetabolizzata, può fornire un primordiale supporto proteico nei casi di emergenza.
[continua nella parte 2]